lunedì 11 aprile 2016

Sicilia : i precari devono essere stabilizzati a tempo indeterminato



articolo su precari sicilia stabilizzazione


La domanda che la stragrande maggioranza dei lavoratori socialmente utili siciliani si fa in questi giorni è : - Quale decisione lo Stato prendera' a seguito dello scandaloso servizio delle Iene? Come dimenticare l'espressione basita di Pelazza , l'inviato delle Iene , quando sia Crocetta che l'assessore al lavoro , due rappresentanti delle istituzioni, si sono negati all'imbarazzante incontro?
E' ormai palese che bisogna trovare una soluzione e nel piu' breve tempo possibile.
In realta' l'input l'aveva dato mesi fa la "sentenza Mascolo"  della Corte europea  che condannava  , senza mezzi termini, l'"abuso" del precariato nella pubblica amministrazione , stabilendo che è obbligo dello Stato riconoscere ai precari la stabilizzazione a tempo indeterminato .
Da anni infatti in tutto il settore pubblico in Italia non vengono effettuati piu' concorsi ed i posti vuoti vengono coperti con contratti a termine e con proroghe a tempo determinato . Lo stesso  Ministero degli interni, dopo avere utilizzato ininterrottamente dal 2004, grazie alla legge Bossi – Fini, centinaia di precari con contratti a termine, si trovo' costretto a pagare ingenti somme di denaro a titolo di risarcimento del danno dopo avere perso centinaia di cause . Da quel momento venne presa la decisione di stabilizzare tutto il personale precario. Purtroppo fatte le prime assunzioni le altre furono rinviate a data da destinarsi.
Ma tornando alla sentenza della Corte europea salta all'occhio , inoltre, la procedura d'infrazione che la stessa Corte ha aperto per via della violazione plurima della direttiva Ue 1999/70 sul contratto a termine e che riguarda, questa volta, la violazione della clausola 4 della Direttiva la quale vieta discriminazioni nel trattamento economico e professionale tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori assunti stabilmente.
Inopportune e false le dichiarazioni rilasciate da alcuni giudici riguardo gli alti costi che le stabilizzazioni a tempo indeterminato comporterebbero per lo Stato.
 Non è che le "decantate" conseguenze negative per la spesa pubblica  siano in realtà solamente una scusa per opporsi alla conversione dei rapporti di lavoro?
D'altronde come rilevato dalla Corte dei Conti nel 2012  mantenere l’alto tasso di precariato esistente in Italia non comporta affatto un risparmio di costi ; e se anche cosi' fosse (ma in realta' non è) l'alto costo dell'eventuale stabilizzazione a tempo indeterminato potrebbe essere evitato con altro genere di misure di contenimento della spesa pubblica , senza penalizzare il personale precario.
Perchè sponsorizzare ,poi ,il concorso pubblico quando solo in rarissime occasioni in Italia si sono fatti concorsi seri?
E' giunto il momento di porre fine al precariato riconoscendo, dopo 20 anni , la conversione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.

Nessun commento:

Posta un commento

Blog Archive