Che qualcosa non stava andando per il verso giusto lo si era intuito; abbastanza eloquente, in tal senso, il silenzio da parte del governo nazionale : Renzi si è impuntato e non vuole approvare la riforma siciliana delle Province.
Era apparso ottimista Rosario Crocetta convinto di aver superato il conflitto istituzionale con lo Stato grazie alla nuova Riforma approvata dalla assemblea regionale.
Di diverso avviso i sindacati e dipendenti delle ex Province che avevano intuito, fin da subito, che Roma non avrebbe gradito affatto l'ennesimo capriccio di Crocetta ovvero la norma che prevede l'elezione del sindaco metropolitano.
Eppure sarebbe bastato copiare interamente la riforma Delrio anzichè nascondersi dietro una poco credibile difesa dei valori dell'autonomia regionale a giustificazione delle nuove norme che stabiliscono elezioni di secondo livello per i sindaci delle citta' metropolitane: una mossa, quest'ultima, che precluderebbe l'automatica nomina di sindaco metropolitano di Leoluca Orlando ed Enzo Bianco cosi' come avrebbe invece previsto la legge Delrio in vigore nel resto della penisola.
Restera' da capire,a questo punto, quali conseguenze potra' avere questo ennesimo ritardo causato da un ingiustificato ed inutile capriccio di Rosario Crocetta.
Giovanni Ardizzone, Presidente dell'Ars, ha deciso di convocare per martedi' una conferenza dei Presidenti dei gruppi parlamentari al fine di stabilire una data utile per applicare, alla riforma delle Province siciliana, l'ulteriore modifica richiesta dal Governo nazionale.
Gli enti, commissariati da tre anni, sono sull'orlo del dissesto finanziario ed in attesa dei finanziamenti che Roma non inviera' fino a quando non sara' esecutiva, anche in Sicilia, la legge Delrio.
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